Tina Anselmi - brunorinaldi

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Tina Anselmi

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LE DONNE NELLA RESISTENZA  


Nessuno ha fatto ancora una seria e completa indagine storica sulla partecipazione delle donne alla Resistenza. Ci auguriamo che ciò sia fatto, prima che i testimoni vengano meno e che vadano dispersi i documenti di questo avvenimento così  significativo. E’ questa partecipazione infatti che ha aperto la strada al riconoscimento pieno, da parte delle forze politiche,dei diritti civili e politici della donna, a partire dall’acquisizione di quel diritto al voto, che garantisce una paritaria  partecipazione alla vita del paese E come del resto si poteva immaginare di escluderla, quando essa aveva contribuito in maniera tanto significativa a riconquistare la libertà politica e l’indipendenza del proprio Paese? Questo fatto dunque,oltre alle ragioni di principio , portarono  i partiti  popolari e per prima la Democrazia Cristiana a riconoscere alla donna, a Liberazione ancora non avvenuta, il diritto di voto, come strumento essenziale di una politica  paritaria.  Ma oggi vogliamo soprattutto soffermarci sul contributo che le donne hanno dato alla Resistenza, come fatto militare e come processo di un grande cambiamento civile, morale politico del nostro popolo.Quante siano le donne partigiane non è ancora quantificato in modo preciso. Certo si conoscono le staffette, le combattenti, quelle che a fianco degli uomini  hanno lottato nelle montagne e in pianura,nella città e nelle fabbriche per liberare il Paese dal dominio tedesco e dalla dittatura fascista. Sono state loro a garantire i collegamenti tra le varie formazioni partigiane, sfidando il nemico che dava loro la caccia, pagando spesso con la con la fucilazione o con l’impiccagione questa presenza nella lotta armata. Basta leggere il libro che raccoglie le lettere dei condannati a morte della resistenza,le motivazioni che accompagnano la concessione di decorazioni alla memoria , per avere consapevolezza di quanto coraggio e di quanto eroismo le donne furono allora capaci.Ma chi può contare le migliaia di donne,rimaste spesso sconosciute,che agirono a sostegno delle formazioni partigiane,in mille modi, tutti essenziali affinché   i combattenti potessero sfuggire ai rastrellamenti delle truppe nazi-fasciste,avessero le cure necessarie quando venivano feriti in combattimento? Chi conosce le centinaia di donne  che percorrevano ogni giorni i sentieri delle nostre montagne, dalle Alpi Apuane al massiccio del Grappa ,alla Val d’Ossola al monte Fiorino, per portare viveri, medicinali e vestiario?Gesti d’amore ,spesso prima che scelta di guerra o di impegno politico. Ma dietro quel gesto di amore per i fratelli combattenti maturava via via la consapevolezza che l’uomo  rispetto ad una ideologia razzista e statolatria. Non si poteva legittimare uno Stato, come quello fascista ,che si poneva esso stesso come valore assoluto e come fonte di eticità. Non si poteva accettare una concezione razzista che esaltava la razza tedescae in suo nome sterminava milioni di ebreinei forni crematori. Scegliere la persona umana, come riferimento essenziale della politica, significò allorascoprire la fonte e il valore della libertà, non solo come diritto individuale, ma come fondamento del nuovo Stato, che doveva sorgere dalle rovine della dittatura. Cosi le mamme, le spose , le sorelle che muovevano per salvare i loro cari, scoprirono la politica e fecero di un atto di amore una scelta politica.Non è casuale che dalle lettere dei condannati a mortenon ci vengano messaggi di odio e di violenza. Anche quando si imbracciano le armi si lotta per la pace, c’è una aspirazione alla fratellanza fra tutti gli uomini, c’è la ricerca costruire la politica come garanzia della dignità di ogni persona, c’è la volontà di vivere insieme e  di rispettare la vita di tutti.Cosi l’amore per la propria terra abbandona ogni retorica e si esprime nell’atto corale compiuto dalle donne della Massa, quando ttuute assieme, con i figlioletti in braccio, attesero sulla soglia delle loro case i tedeschi che volevano con i loro lanciafiamme distruggere la città , e li fermarono. Perciò la Resistenza, per i caloriche ha espresso, non puo essere relegatain una pagina di storia. Essa è realtà viva,che sta a noi non far morire,riandando ogni giorno, come cittadinie come politici a quei caloriche l’hanno ispirata e che ha espresso; lì sono le radici della libertà e della democrazia.   




 
 
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